
Gazzetta del Sud 16-03-2020

Scheda e note di Regia
Sicilia, anni‘60. Franca è una adolescente siciliana: la tipica adolescente di ogni tempo, tanti sogni nella testa, anche se in una terra difficile, e soprattutto la voglia di vivere un amore grande, quello con Giuseppe. Ma il suo desiderio è ostacolato da un altro personaggio. Filippo Melodia, nipote di un boss mafioso potentissimo, è intenzionato a prendersi la bella ragazza ad ogni costo.
Franca non ha intenzione di cedere alle sue avances ma Filippo non demorde. La famiglia Viola inizia a subire soprusi e minacce di ogni tipo, senza che Filippo riesca però ad ottenere la mano della ragazza. Quindi organizza il piano criminale che gli permetterà di ottenere quello che desidera. Il giorno di Santo Stefano, Franca viene rapita e, dopo giorni di sequestro, violentata proprio da Filippo. Quando viene ritrovata dalle forze dell’ordine, sembra che l’unica soluzione per salvare il suo onore sia la paciata, ossia l’accordo tra le famiglie per far sposare i figli, una regola non scritta che però tutti rispettano.
Sembra non ci siano altre soluzioni, è il momento di dire addio ai sogni, al grande amore. Iniziano giorni di tormento per Franca e per la sua famiglia, fino a quando la ragazza di Alcamo prende una decisione che cambierà non solo la sua vita, ma la storia. Supportata dal coraggio di suo padre e di sua madre, rifiuta le nozze e sceglie di portare Filippo Melodia in tribunale, nonostante l’opposizione dell’intero paese. Il suo no al matrimonio riparatore apre un nuovo capitolo: Franca è pronta ad affrontare insieme ai suoi genitori il pubblico disprezzo, andando incontro ad ogni conseguenza senza ripensamenti. Tuttavia, è dai gesti di grande coraggio che nasce inaspettata la felicità…
Intessuto di danza e momenti musicali che raccontano la Sicilia rurale, lo spettacolo alterna momenti di dialogo interiore tra Franca e sua madre a scene di realtà quotidiana, muovendosi tra atmosfere surreali e concrete. I momenti cupi, del terrore e della violenza e quelli dell’appassionata requisitoria di Franca e di sua madre contro le regole sociali vigenti diventano quadri di una Sicilia arcaica, drammatica e vitale, che si trasforma in una trascinante danza sulle note della tradizione.
La vicenda di Franca Viola non riguarda soltanto il tema della violenza di genere e dei diritti delle donne, ma tocca il tema del reato definito sex revenge e richiama necessariamente eventi che toccano il destino di giovani e giovanissime donne in relazioni sbagliate e ancora oggi riempiono con la loro tragicità la cronaca attuale. Lo spettacolo celebra anche le tappe delle grandi vittorie legislative che la presa di coscienza collettiva ha raggiunto durante i decenni di lotta per i diritti delle donne.
Nota
Lo spettacolo è stato rappresentato per la prima volta il 13 novembre 2018 presso il CNR Consiglio Nazionale delle Ricerche in occasione dell’evento annuale contro la violenza di genere promosso da CUG-CNR RICERCATORI DI VERITÀ – III Edizione “Dal buio alla luce”.
Di
Giovanna Castellano
Regia
Angelica Artemisia Pedatella
con Angelica Artemisia Pedatella
coreografie Simona Vespasiano
danzatrice Aurora Falsetti
e con Chiara Cardamone / Raffaella Pavone
Scenografia e design Giuseppe Giampà
Durata 80’
Scheda e note di Regia
«Caro Dio, nel corso della mia vita mi sono spesso chiesta perché la tua parola non riuscisse a scaldarmi il cuore… Eppure, nel mio immaginario essa doveva essere qualcosa che riempiva quel vuoto che troppo spesso viene lasciato dai dubbi e dai tormenti…»
Questo è il dubbio che muove all’improvviso un improbabile personaggio, dalla doppia personalità, diviso tra scena in prosa e scena danzata, che decide finalmente una notte di affrontare il problema. Per tirar fuori la verità da Dio l’unica soluzione è giocare con lui…
Testo dell’incongruenza, questa commedia brillante mette in scena immagini ricche di humor, di fantasia e di colore, mentre sfogliando il grande libro sacro, la protagonista scissa tra danza e voce fa rivivere le storie del vecchio e del nuovo testamento dal suo improbabile punto di vista. La voce è alter ego della danzatrice, in un gioco di rimandi e di specchi che rappresenta in pieno l’intimità del dialogo. Nel tentativo di scrivere a Dio, di comunicare con Dio, di farlo uscire allo scoperto, il doppio personaggio si spinge ad una lettura comica e a tratti quasi irriverente delle storie più note al grande pubblico: non mollerà fin quando non scoprirà come ottenere le risposte desiderate. Il gioco diventa sfida e la divinità sembra restare muta. La scenografia intorno inizia ad assumere un aspetto nuovo, d’accordo con il precipitare di una requisitoria sempre più comica ed irrequieta, salvo poi restare sorpresa dall’inattesa reazione divina… Il colpo di scena finale entra dritto nel cuore del pubblico e riporta il mondo surreale della scena nella realtà quotidiana.
In un ambiente in piena trasformazione, l’opera sperimenta l’interazione tra danza e recitazione con la formula di leggerezza, trasparenza e attenzione all’estetica, che caratterizza le produzioni della Compagnia Teatrale BA17. Il testo, pieno di momenti umoristici, mette a nudo tutte le contraddizioni in cui si imbatte una persona normale nel momento in cui si interroga sulla presenza di Dio nel mondo, così come viene descritto generalmente, e non manca di trasformare in gag comiche le numerose domande che sono ormai un cliché per tutti.
La messa in scena prevede un doppio finale, a sorpresa per il pubblico, che è stato elaborato – d’accordo con l’autrice – secondo una raccolta di testimonianze di fatti accaduti realmente e del recupero del pensiero di grandi pensatori che riportano il testo brillante nella realtà dei risvolti più sconvolgenti ed incredibili della vita. Senza intaccare il registro comico, un tocco di emozione finale regala la risposta tanto desiderata e finalmente Dio parla… sempre a modo suo, però! L’unica certezza è che ingabbiarlo in qualche ragionamento proprio non ci si riesce, meglio ascoltare e basta. I diversi momenti musicali e l’interazione continua tra danza e voce del doppio personaggio tengono il ritmo alto e l’attenzione sempre pronta a sottolineare l’ironia delle incongruenze.
Nota
La commedia brillante CARO DIO, opera dell’autrice napoletana Giovanna Castellano, è un monologo tratto dall’opera omonima pubblicata nella sua interezza dall’editore Pellegrini (1999) e successivamente da Albatros (Scafati) (2012), acquistabile anche on line sui principali siti di vendita di libri.